L’ALPACA è una delle due specie di camelidi domestiche originarie del Sudamerica la cui attività di allevamento si è recentemente diffusa anche in Europa.
Tra i parassiti intestinali che possono colpire l’alpaca, come tutti gli altri mammiferi, c’è la
GIARDIA.
Recentemente il nostro laboratorio ha diagnosticato un caso di giardia in un campione di feci di alpaca inviatoci da un cliente per conto di un allevamento.
Si trattava di un esemplare maschio di 3 anni sulle cui feci stato eseguito un FLOTAC 3 che ci ha permesso di riscontrare la presenza del suddetto parassita.
Ricordiamo cos’è la giardia
La giardia è un protozoo flagellato, un parassita che vive nell’acqua, che ha come ospiti sia l’uomo che 40 diverse specie animali.
Si tratta di una zoonosi che si trasmette per via oro-fecale: una volta entrata nell’organismo, la giardia provoca diarrea e disidratazione.
Il ciclo vitale
Il parassita viene espulso nell’ambiente con le feci, in una forma resistente, che gli permette di sopravvivere alle avversità del terreno per parecchio tempo. Questa forma viene definita cistica, per la forma sferica e per le pareti spesse che la caratterizzano. È difficile da debellare in quanto riesce a resistere a trattamenti di disinfezione, come per esempio il cloro, che distrugge soltanto i batteri coliformi. Una volta ingerita, la ciste resiste agli acidi gastrici e, una volta arrivata nell’intestino tenue, diventa trofozoita, assumendo così la caratteristica struttura a goccia che consente al parassita di replicarsi. La forma a goccia della giardia ha 2 o 4 nuclei e altrettanti flagelli (come sottili capelli che, ruotando in modo elicoidale, fanno muovere il parassita). A questo punto il parassita si aggancia alla mucosa dell’intestino e comincia a replicarsi, scatenando la malattia: diarrea e disidratazione sono i sintomi più comuni. Alcuni trofozoiti fuoriescono con le feci, ma muoiono rapidamente. Altri trofozoiti si tramutano in cisti man mano che attraversano il tubo digerente e vengono eliminati con le feci. Da questo momento il processo riparte.
La malattia
L’infezione avviene già con una ridotta dose di cisti ingerite. Secondo l’Oms, con sole 10 cisti ingerite si ha una possibilità di infezione del 100%. Ma all’infezione non sempre corrisponde una sintomatologia clinica ben definita.
Il meccanismo con il quale il protozoo causa la diarrea è multifattoriale:
Diagnosi
La malattia può essere diagnosticata con un esame delle feci, meglio se ripetuto più volte. Questo perché nelle forme croniche il parassita ha dei periodi di replicazione alternati con periodi di stasi. Nelle feci sono presenti soprattutto le forme cistiche, con 2 o 4 nuclei. Le forme trofozoitiche possono essere rilevate solo su materiale molto contaminato e fresco. In questo caso i trofozoiti sono mobili, con 2 o 4 flagelli. La forma è “a goccia” e a volte è visibile il disco adesivo con il quale il parassita si lega al tessuto intestinale.
Prevenzione
Il parassita si trova soprattutto nella porzione superficiale delle acque, più facilmente contaminabili, mentre le acque dei fondali sono spesso più salubri. Bisogna quindi evitare il rimescolamento di acque del fondale con quelle di superficie. Inoltre, sanificare le acque con disinfettanti può non essere sufficiente, più funzionali sono invece le opere di microfiltrazione.
Suggerimenti:
Il Dr. Patrick Staples, veterinario patologo dello State Veterinary Diagnostic Laboratory del NSW (Australia) ha scritto un articolo interessante sull’Alpaca e sulle patologie più comuni che colpiscono questa specie animale, tra cui la Giardia.
Riportiamo alcuni punti:
Fonti:
http://www.flockandherd.net.au/other/reader/diseases-of-alpacas.html