Le tartarughe, così come i rettili in generale, sono animali ectotermi, regolano cioè la loro temperatura corporea in base ai valori della temperatura esterna. Questo fa si che anche la normale attività di tutti gli organi ed apparati dell’organismo, al diminuire delle temperature ambientali rallentino tutte le funzioni metaboliche e vitali; si manifesta quindi lo stato di anoressia ed immobilità tipico del letargo o ibernazione.
Per le specie che lo effettuano, il letargo, rappresenta un’importante fase del ciclo vitale permettendo una corretta funzionalità dell’organismo e favorendo il normale ciclo riproduttivo. E’ quindi molto importante che venga permesso di effettuarlo ogni anno (fin dal primo anno di vita) se non si presentano condizioni che lo controindichino.
Come precedentemente accennato, non tutte le specie di tartarughe svolgono letargo in natura, è quindi molto importante informarsi in precedenza sul tipo di tartaruga.
Le specie che effettuano letargo sono quelle provenienti dagli areali europeo, euroasiatico e nordamericano, caratterizzati da una sensibile diminuzione delle temperature durante i mesi invernali. Di queste fanno parte Testudo hermanni, Testudo marginata, alcune sottospecie di Testudo graeca (T. graeca ibera), Testudo horsfieldii e le tartarughe del genere Gopherus e Terrapene. Nello specifico annoveriamo le tartarughe del genere Terrapene in quanto, se pur considerate comunemente “palustri”, svolgono normalmente letargo in terra con esigenze sovrapponibili a quelle delle specie più strettamente “terrestri”.
Per quanto riguarda la durata dell’ibernazione, alle nostre latitudini, essa può variare dalle 8 settimane nelle regioni meridionali alle 20 settimane nelle regioni settentrionali e corrisponde al periodo che va da Ottobre/Novembre a Febbraio/Marzo. Un periodo di letargo superiore alle 20 settimane è ritenuto pericoloso per la ripresa delle attività funzionali dell’esemplare.
Le tartarughe dei climi tropicali o desertici non vanno in letargo: lasciate all’aperto d’inverno morirebbero. Specie come Geochelone sulcata o G. pardalis vanno fatte svernare in locali riscaldati o in ampi terrari. Le tartarughe terrestri che vanno in letargo sono le nostre testuggini mediterranee: Testudo hermanni, T. marginata e T. graeca. Attenzione però che gli esemplari di T. graeca che provengono dal Nord Africa non sono adattate ai nostri climi e devono svernare al caldo.
Testudo horsfieldii, la tartaruga russa, assomiglia alle testuggini mediterranee ma proviene da climi molto diversi dai nostri: sopporta bene il freddo asciutto ma non quello umido e se lasciata all’aperto d’inverno potrebbe non sopravvivere al clima dell’Italia del nord. Va fatta svernare in un locale riparato, a 5°C.
La temperatura ideale per il letargo è di 4-5°C; il range di sicurezza è di 3-7°C. Se la temperatura raggiunge o supera i 10°C il metabolismo non è abbastanza rallentato e la tartaruga consuma le riserve corporee troppo in fretta. A temperature vicine o sotto 0°C il gelo danneggia i tessuti, con possibili lesioni o la morte.
Per prevenire l’insorgenza di malattie durante e dopo il periodo di letargo delle tartarughe domestiche, potrebbe essere utile effettuare una visita di controllo dal veterinario prima del letargo, con un esame del sangue ed un esame delle feci.
Se una tartaruga entra in fase di letargo con una patologia anche lieve può risvegliarsi dopo l’inverno con la patologia amplificata e spesso cronicizzata.