Le mucose sono dotate di tre livelli di difesa contro gli agenti estranei attivati in base alla pericolosità:
Risposte immunitarie protettive
Le difese immunitarie umorali specifiche delle mucose sono mediate principalmente da immunoglobuline di secrezione di tipo IgA (S-IgA). La produzione di IgA specifiche è diretta contro i patogeni delle mucose o verso gli antigeni proteici solubili T-dipendenti.
Le citochine (TGF-β e IL-10) sono prodotte da diverse cellule del tessuto della mucosa (cellule epiteliali, fibroblasti e cellule dell’immunità innata) e sono coinvolte, insieme alle cellule T-helper, nella trasformazione dei linfociti B in Plasmacellule secretorie IgA. Questo suggerisce l’importanza del microambiente della mucosa in questo fenomeno. Le immunoglobuline di tipo IgM o IgG, prodotte dal sistema linfaticomucosale contribuiscono anche alle difese della mucosa urogenitale e del tratto respiratorio.
Immunità Parenterale
Dopo che l’antigene supera la lamina propria delle mucose entra in ambiente parenterale e, in base al peso, alla natura e alla solubilità dell’antigene stesso, si possono avere due tipi di risposte:
Entrambe le risposte hanno come cellule “starter” mediatrici i Linfociti T-helper e hanno come scopo quello di mantenere una risposta primaria prolungata (mediamente tre settimane) affinchè vengano create cellule della memoria in grado di garantire successivamente una risposta secondaria molto più rapida ed efficace.
Come si può osservare dal grafico la risposta primaria presenta in prima fase la produzione di IgM (immunoglobuline della fase acuta aspecifiche in grado di attivare il complemento), mentre in seconda fase una risposta più specifica con le IgG.
Nella risposta secondaria si rileva una rapida produzione di IgG dovuta all’azione delle cellule della memoria (effetto booster).
Interpretazione delle analisi sierologiche
In base a quanto accennato precedentemente, si può affermare che l’aumento oltre il cut-off di immunoglobine (IgG e IgM) nel sangue, specifiche per un determinato antigene, indica il CONTATTO avvenuto tra l’antigene e l’organismo.
In caso di esame sierologico positivo questa informazione non rivela la malattia ma il possibile agente eziologico coinvolto in una sindrome rilevabile a livello sintomatologico ed anamnestico. E’ un’informazione che può indirizzare il percorso diagnostico di fronte a sintomi che possono aprire un ventaglio di diagnosi differenziali.
Le immunoglobuline hanno un’emivita che va dalle tre settimane agli otto mesi a seconda delle specie e può essere interessante, a livello diagnostico, associare all’esame sierologico un esame elettroforetico in grado di rilevare alterazioni delle curve delle frazioni globuliniche (in particolare B2, dove si raggruppano principalmente le IgM e le Gamma dove si raggruppano le IgG).
Osservando con attenzione la forma delle curve, specialmente delle gamma globuline, possiamo avere una prima indicazione eziologica.
La frazione elettroforetica delle gamma globuline, in caso di positività sierologica alla Leishmania, unita a sintomatologia clinica, ha una curva con una morfologia policlonale
In caso di Erlichiosi (Erlichia canis), rileviamo una curva delle gamma globuline con morfologia monoclonale
Nel gatto, in caso di positività FIP, si rileva spesso una morfologia della curva delle gamma globuline monoclonale con un valore percentuale superiore al 30%.
Nella maggior parte di queste patologie croniche rileviamo:
A livello sintomatologico, possiamo rilevare lesioni aspecifiche causate da vasculiti superficiali da immunocomplessi (lesioni cutanee, uveiti, glomerulo nefriti ecc..)