L’Angiostrongylus vasorum è un nematode che da adulto, si annida nell’apparato cardio-circolatorio dell’animale (cani, volpi e altri mammiferi) localizzandosi nel ventricolo destro, nell’arteria polmonare e nelle sue ramificazioni.
La Angiostrongilosi canina viene considerata in Italia una “malattia emergente” per via del crescente numero di casi segnalati negli ultimi anni.
La sua espansione è probabilmente dovuta a fattori climatici-ambientali, alla presenza di volpi e altri canidi selvatici nell’ambiente periurbano (In Italia l’A. Vasorum fu isolato per la prima volta in toscana nel 2002 proprio in una colonia di volpi) che hanno facilitato la diffusione del parassita, oppure, più semplicemente, a seguito del miglioramento dei mezzi diagnostici che ne hanno permesso la rivelazione tra cui il Flotac.
Anche i dati della ProvetLab confermano questo trend sottile ma crescente, basti pensare che su un campione di circa 2000 Flotac eseguiti, 157 sono risultati positivi a strongili (uova o larve), 97 di questi sono relativi ai Flotac 2, e 60 dal Flotac 3. Di queste 157 positività, 86 sono relative a “cani”.
INFESTAZIONE
L’infestazione del cane domestico avviene attraverso l’ingerimento di alcuni generi di gasteropodi terrestri (es: lumache, chiocciole) ma sono stati individuati anche altri ospiti “paratenici”, cioè animali che possono ingerire anche loro i gasteropodi e veicolare il parassita all’interno dei loro muscoli. Questi animali possono essere polli o piccoli rettili o anfibi come rane, rospi e lucertole che se mangiati (crudi) dai canidi possono contaminarli.
Come riportato da uno studio eseguito dall’Università di Bari, “considerando la varietà e la gravità dei sintomi di presentazione è evidente che A. vasorum deve essere considerato un possibile agente eziologico di numerose condizioni cliniche. Sebbene l’angiostrongilosi possa risultare fatale, una diagnosi precoce e un trattamento appropriato possono indurre completa remissione clinica.”
CICLO BIOLOGICO
Il ciclo biologico di Angiostrongylus vasorum è davvero particolare. Questo nematode ha bisogno di un ospite intermedio per completare il proprio sviluppo, raggiungendo al suo interno lo stadio infettante, e per essere trasmesso all’ospite definitivo ad esempio il cane e i canidi selvatici. Gli adulti del parassita, come già detto, vivono nel ventricolo destro e nei vasi arteriosi polmonari, dove depongono le loro uova. Da un uovo esce una microscopica larva di primo stadio (L1) che perfora la parete dei capillari alveolari, penetra nell’alveolo e da lì, grazie al muco e ai colpi di tosse, viene espulsa dall’albero respiratorio e deglutita; dopo aver raggiunto l’apparato digerente le larve possono essere comodamente emesse nell’ambiente attraverso le feci. A questo punto il ciclo biologico del nematode assume un aspetto che può sembrare particolare o addirittura strano, ma nell’intricato mondo dei parassiti sono molti gli organismi che ricorrono a stratagemmi di questo tipo.
Una volta raggiunto l’ambiente esterno la larva L1 dovrà essere ingerita da un mollusco gasteropode (lumaca, chiocciola, ecc.) all’interno del quale si evolverà fino a larva di terzo stadio (L3) con capacità infestante. Se un cane ingerisse la lumaca contenente le larve di A. vasorum ne verrebbe infestato. Dall’intestino le larve arrivano ai linfonodi e da li, attraverso l’apparato circolatorio, raggiungono il cuore e i suoi vasi dove successivamente inizieranno a riprodursi per poi diffondersi nuovamente nell’ambiente attraverso le feci.
SINTOMI
L’angiostrongilosi è una patologia poco conosciuta e di non semplice diagnosi. La sua sintomatologia non è così chiara e univoca, i sintomi che la caratterizzano possono sembrare sintomi comuni anche ad altre patologie.
I cani infestati oggetto di recenti studi, mostrano infatti una notevole varietà di segni clinici. L’angiostrongilosi canina può essere del tutto asintomatica o può presentarsi con sintomi clinici quali:
Tutti i cani possono infettarsi, ma sono solitamente i cuccioli e i cani giovani e curiosi che, giocando con lumache o bavose trovate in giardino, contraggono la malattia.
La prevenzione dell’infestazione avviene soprattutto attraverso l’applicazione o la somministrazione di antiparassitari nel cui spettro d’azione sia incluso anche questo tipo di parassita. La scelta del prodotto da usare va presa dopo il consulto con il veterinario.
DIAGNOSI
La diagnosi di questa malattia avviene a seguito di una serie di esami ,tra cui l’esame delle feci fresche con il FLOTAC DUAL ( VFLO2), grazie a cui è possibile individuare le larve del parassita nelle feci, esami ematochimici, elettroforesi delle proteine sieriche, profilo emo-coagulativo, l’esame radiografico del torace e l’esame ecocardiografico.